Credo che in futuro nei libri di storia ci sarà un giudizio molto duro verso il tempo in cui viviamo. Verso questo tempo che abitiamo. Non è un inizio rassicurante ma mi preme di più dire ciò che penso. Ho un debito di sincerità nei confronti di voi che mi seguite. Penso che viviamo in un tempo dove è l’economia a fare le persone.
E’ l’economia a determinare i valori, le convinzioni, gli stili di vita e purtroppo anche le relazioni. La spinta del turbo capitalismo attuale, come sottolinea Massimo Recalcati, è di farci consumare avidamente prodotti sempre nuovi. Non noti un triste parallelo con la situazione di molte persone? Consumano incontri, frequentazioni, amicizie, relazioni con l’avidità con cui si svuota il piatto quando si è affamati. E poi l’altro, dopo essere stato consumato, viene gettato. Via. Non serve più.
L’ambito sentimentale è quello in cui il discorso è più evidente ma possiamo vederlo anche sul lavoro, in amicizia,a scuola. Persino in diverse famiglie. La ricerca egoistica del piacere tende a prevalere sul valore della condivisione con l’altro.
Quello che abbiamo è un modo di persone egocentriche, narcisiste e tossiche che non hanno la minima idea di come stare dentro una relazione. Di come amare. Per loro conta solo sentirsi amate, ottenere il piacere, ricevere. Il punto è che tendenzialmente anche il loro partner è così. E’ poi così strano che la maggior parte delle relazioni di oggi si rompano?
Una psicologia autentica deve ricordare alle persone il valore dell’essere umano. Il valore della cura, dell’ascolto, del dialogo, della condivisione, dell’accettazione reciproca. I valori che ci rendono uomini e donne, piuttosto che eterni adolescenti dal narcisismo insopportabile e dall’animo sempre insoddisfatto.