La definizione più semplice che possiamo dare di relazione tossica è questa: rapporto in cui uno dei due partner nutre un interesse sincero e profondo verso l’altro (amore), mentre l’altra persona rimane nella relazione per raggiungere uno o più secondi fini (manipolazione). In altre parole, per il partner manipolatore la relazione non è il fine, ma il mezzo per ottenere quello che veramente gli interessa.
È importante andare subito a vedere quali sono i possibili secondi fini, perché sono proprio essi a definire i differenti tipi di relazione tossica che si vengono a creare. Di seguito riporto quelli che ho individuato come i principali secondi fini, ma questo non significa che non possano esserne riscontrati altri.
Un primo secondo fine è quello economico: il partner manipolatore si lega a te per i vantaggi che riceve in termini di soldi, beni a disposizione, regali che può ricevere; può usarti per ragioni più basiche, come avere un appartamento in cui vivere, o per motivi più sottili, come fare di te la sua rampa di lancio per una scalata sociale.
Un altro secondo fine è quello sessuale: il partner manipolatore mantiene una relazione con te per appagare i propri desideri a livello sessuale, e simula amore soltanto per ottenere che tu gli conceda il tuo corpo e il piacere che ne deriva. Quando il secondo fine principale è il piacere sessuale, quasi sempre il partner manipolatore è anche infedele e si concede contemporaneamente a molte persone, nonostante viva una relazione ufficiale e, in teoria, esclusiva.
Un ulteriore secondo fine è quello che possiamo definire come comodità: il partner manipolatore resta nella relazione con te perché questo comporta una liberazione da lavori domestici, pratiche burocratiche, e magari anche dal compito di organizzare il tempo libero, la vita sociale, le vacanze. In questo scenario, l’altra persona diviene un facilitatore della vita quotidiana e delle questioni pratiche che riguardano il partner manipolatore.
Il penultimo tra i secondi fini che ho individuato riguarda invece l’immagine sociale. Tutti noi esseri umani abbiamo piacere ad apparire belli, buoni, interessanti agli occhi degli altri. Uno dei complimenti migliori che si possano ricevere in società è appunto esser definiti “interessanti”. Tutto ciò migliora le nostre connessioni e reti sociali, e di conseguenza le opportunità che potremo avere nella società. In questo caso, il partner manipolatore sceglie una persona che ha una posizione sociale di prestigio: tale posizione può essere legata alla professione, alla famiglia a cui appartiene, all’incarico politico o istituzionale che ricopre.
Arriviamo infine all’ultimo secondo fine: il sadismo, il puro piacere di avere potere sull’altra persona e di utilizzarlo per farla soffrire, godendo di tale sofferenza. Parliamoci chiaro, è la motivazione più inquietante che possa caratterizzare una relazione tossica: proprio per tale dimensione di pericolo, è necessario conoscere la motivazione sadica in modo da potersi difendere e prevenire scenari tossici. Fortunatamente si tratta di una dinamica rara, poiché pulsioni così perverse appartengono ad un numero molto ridotto di persone.
Bisogna anche sottolineare che difficilmente esistono relazioni tossiche che appartengano in modo puro ad un genere o a un altro: nella maggior parte dei casi, prevale uno dei secondi fini che abbiamo visto prima ma vi è una combinazione di due o più secondi fini.