Ogni relazione tossica è costituita da un mix di elementi; lo stesso discorso vale per i manipolatori. Non hanno tutti le stesse caratteristiche, dunque è impossibile tracciarne un identikit perfetto; è possibile però indicare quali sono i tratti più frequenti nei partner manipolatori e se hai vissuto almeno una relazione tossica nella tua vita non avrai difficoltà a riconoscere alcune di queste caratteristiche.
Una prima caratteristica fondamentale è sicuramente il vittimismo.
Non farti ingannare dal fatto che all’inizio della conoscenza il tuo partner si sia presentato come una persona
brillante e realizzata: è naturale che come biglietto da visita lui cerchi di fornire la miglior impressione possibile.
Ma, come giustamente sottolinea Cinzia Mammoliti riferendosi ai manipolatori, “vi è sempre un momento
della loro farsa in cui su trasformano in vittime di qualcuno o di qualcosa” (2014, Mammoliti, Il manipolatore
affettivo e le sue maschere). E questo momento, secondo la mia esperienza, giunge velocemente.
Presentarsi come vittime concede dei vantaggi.Prima di tutto è un modo sicuro di far breccia nel cuore di una
donna sensibile e che magari sta vivendo o ha vissuto un periodo difficile nella propria vita. È una garanzia al fine di ottenere le sue attenzioni e di suscitare tenerezza in lei. Inoltre, lo status di vittima può essere presentato come un’ottima giustificazione per i comportamenti sbagliati che seguiranno successivamente nella relazione.
Il racconto di un’infanzia difficile, di aver subito percosse, di essersi sempre sentiti estranei o in conflitto con la propria famiglia di origine, il racconto della propria solitudine, della mancanza di amici o del tradimento di chi
veniva ritenuto tale, di presunte sofferenze nelle passate relazioni amorose.
Questa narrazione vittimistica costruisce costruisce una serie di ricordi che si presenteranno nella mente
della donna non appena comincerà ad emergere in lei la rabbia per un appuntamento annullato all’ultimo secondo, per un tradimento scoperto con certezza o sospettato con un buon grado di probabilità, per l’ennesima lite in cui il manipolatore si è lasciato andare ad affermazioni ingiuriose. Ed è probabile che questi ricordi la portino ad addolcirsi, a pensare che in fondo la colpa non è sua ma della vita difficile che ha dovuto affrontare, che lui in fondo è buono e merita di essere perdonato e, continuando a farlo, lui arriverà finalmente a cambiare e ad essere l’uomo meraviglioso che potrebbe essere.
(estratto da “Relazioni tossiche”, Fabrizio Gaoni, 2021
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